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Domenica, 02 Aprile 2023 18:39

Maschere, Bluff e altri intoppi

Maschere, Bluff e altri intoppi. Maschere, Bluff e altri intoppi.

In questo periodo torna prepotentemente all’attenzione il concetto di maschera, ovvero di bluff, dall’inglese ingannare.

Si tratta di un camuffamento quotidiano che consiste nel nascondere, travestire le proprie emozioni o il proprio stato per farsi attribuire meriti non veri e riscuotere apprezzamento sociale. “Mi sento un bluff, prima o poi gli altri si accorgeranno che non valgo nulla”, “in attesa della promozione avevo ansia perchè pensavo di non farcela, poi, una volta ottenuta, sentivo un’ansia ancora maggiore... ora sarebbe stato chiaro a tutti che non ero all’altezza”, “ho sempre corrisposto alle aspettative degli altri, dei miei genitori, degli insegnanti, degli amici, è un modo per nascondermi, perché non sappiano chi sono veramente ma un giorno lo scopriranno e saranno delusi”. Questa percezione di un sè inadeguato, di cui si prova vergogna e che prima o poi si svelerà a tutti, viene sentita come necessaria per mantenere l’accettabilità e si accompagna allo sforzo costante di mostrare un’immagine all’altezza delle aspettative. Le due condizioni, il vero sé inaccettabile e quello apprezzabile esibito, sono strettamente correlate, l’una rende necessaria l’altra e la rinforza. La vergogna, profonda e radicata, rende impossibile acquisire fiducia e confidenza con sé stessi.

È all’attenzione delle cronache di questi giorni l’emergenza suicidi tra gli studenti, ragazzi che sentono di poter piacere solo se aderiscono a degli standard accademici predefiniti. Non riuscendo a soddisfarli creano un mondo di bugie attorno a loro, finché il peso di queste non è più sopportabile e anziché sottoporsi alla vergogna di mostrarsi per quello che sono, preferiscono togliersi la vita. Esiste una particolare esperienza sperimentata da persone che ottengono risultati significativi in ambito lavorativo, descritta fin dagli anni ‘70 come sindrome dell’impostore.

Si tratta di una percezione di inadeguatezza radicata in una scarsa autostima, che nessun risultato o successo può scalfire. La conseguenza consiste nell’effetto paradossale su questi soggetti dell’ottenimento dei riconoscimenti: invece che provocare gratificazione e maggiore fiducia, si produce la sensazione inquietante e quasi certa di un imminente futuro nel quale verranno smascherati e in cui si rivelerà al mondo la loro inadeguatezza. Queste osservazioni, inizialmente descritte in donne in carriera, hanno avuto negli ultimi tempi una forte diffusione, che ha visto nascere gruppi di auto aiuto e la pubblicazione di numerosi testi. È ipotizzabile che il fenomeno dell’impostore rappresenti la punta di un iceberg, collegato però ad una serie di esperienze in realtà molto diffuse nella quotidianità.

Se la maschera ha una funzione protettiva necessaria a difendere un sè ancora fragile e costruito su aspettative irrealistiche, prima di qualsiasi intervento di apertura è necessario aiutare la persona a sviluppare accettazione e fiducia, che possa portarla a valorizzare le proprie capacità e a tollerare la frustrazione di quelle caratteristiche che sente meno proponibili. In quest’ottica ognuno sarebbe più libero di esprimersi in modo autentico e in definitiva, umano.

Dot.sa Alessandra Franceschini