fbpx
Lunedì, 04 Settembre 2023 17:40

Cosa significa "non giudizio" nella Mindfulness?

Mindfulness_non_giudizio Mindfulness_non_giudizio

Cosa significa "non giudizio" nella Mindfulness?

Il "non giudizio" è un elemento essenziale della pratica di Mindfulness e in questo articolo proviamo a spiegarlo in modo semplice.

Reattività e cervello veloce:

Immagina di trovarti in un bosco. Stai camminando tra alberi e cespugli quando all'improvviso senti uno strano fruscìo provenire verso di te. Cosa fai? Probabilmente ti allontani istintivamente e poi forse cerchi di capire di cosa si tratta.

Ciò accade perché tutti noi abbiamo "due cervelli", uno veloce e uno lento.

    • Il cervello lento è più "antico", poco raffinato e produce stress, ma ha l'indubbio vantaggio di aiutarci a reagire all'istante di fronte a situazioni di pericolo.
    • Il cervello veloce invece è più "giovane", permette una regolazione più fine delle nostre risposte senza eccessivo dispendio energetico ma impiega un bel po' ad accendersi.

Il problema è che per noi umani le situazioni in grado di attivare il cervello “veloce”, e quindi di produrre stress, si accumulano in continuazione, e non solo quando c'è in gioco la sopravvivenza ma ogni volta che vogliamo proteggerci dal dolore fisico o emotivo.

Il cervello "veloce" tende a fuggire o a combattere il dolore esattamente come fa di fronte al fruscio nel bosco.

Questa automazione della lotta o della fuga si chiama "reattività", è innata e spesso ci aiuta a sopravvivere ma non ci è di alcun aiuto quando si presenta un dolore, fisico o emotivo, con cui dobbiamo coesistere almeno per un certo periodo di tempo.

È qui che la Mindfulness, e il suo tratto distintivo del non giudizio, diventano davvero preziosi.

Mindfulness e non giudizio:

La Mindfulness è definita come la "consapevolezza che emerge dal prestare attenzione di proposito, nel momento presente e in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza, momento dopo momento" (Kabat-Zinn 2003).

Ma cosa vuol dire "non giudicante"?

Non giudicante vuol dire che quando si medita non basta portare l'attenzione al respiro, ma che occorre farlo in un certo "modo", o con una specifica "attitudine".

Quando ci poniamo in uno stato meditativo non giudicante gli eventi esterni e interni sono riconosciuti attraverso i nostri cinque sensi, ma non vanno letti e interpretati dalla nostra mente.

Ciò non è affatto semplice. Richiede pazienza, costanza e benevolenza verso sé stessi e verso i propri automatismi. D'altra parte un elemento essenziale della Mindfulness è la compassione, verso sé stessi.

Ogni volta che inevitabilmente cadiamo nella tendenza a giudicare un'esperienza come "buona" o "cattiva", siamo invitati a riconoscere questa attività di giudizio e a riportare l’attenzione al principale oggetto di meditazione, ad esempio il respiro.

Con il tempo, coltivando l'arte del non giudizio, è possibile uscire dai propri schemi di pensiero abituali, diventando semplici testimoni delle esperienze interne ed esterne.

Ciò conduce ad un diverso rapporto con qualunque esperienza e favorisce una maggiore autoregolazione emotiva, una maggiore capacità di esporsi a situazioni precedentemente temute con il fine di accoglierle e trasformarle.

I benefici dell'attitudine non giudicante propria della Mindfulness sono state riscontrate sia in condizioni non cliniche che in molte condizioni cliniche quali Depressione, Ansia, Disturbo Ossessivo Compulsivo, Disturbi del Comportamento Alimentare, Trauma, Psicosi, pazienti affetti da SLA e loro caregiver.

E' comunque importate sottolineare che nel caso di condizioni cliniche di entità severa la partecipazione ai percorsi di Mindfulness non è da intendersi come sostitutiva degli approcci medici e psicologici più tradizionali ma rappresenta un'importante approccio terapeutico complementare all'interno di un percorso integrato che può includere diverse figure professionali.

Chi fosse interessato ad approfondire l'atteggiamento non giudicante può farlo all'incontro di mantenimento delle pratiche di Mindfulness dal titolo "Libertà dal Giudizio", che il Dott. Alberto Chiesa terrà lunedì 23 ottobre alle 20:45 presso la sede dell'Istituto Mente e Corpo.

Bibliografia di riferimento:

  • Definizione di Mindfulness: Kabat-Zinn J. (2003). "Mindfulness-based interventions in context: past, present and future". Clinical Psychology: Science and Practice 10, 144-156.
  • Cervello veloce e lento: LeDoux J. (1996). "The emotional brain. The mysterious underpinning of emotional life". Touchstone Books, Florida. Tr it. "Il cervello emotivo. Alle origini delle emozioni". Baldini e Castoldi, Milano, 2014
  • Regolazione emotiva: Goldin P.R., Gross J.J. (2010). "Effects of mindfulness-based stress reduction (MBSR) on emotion regulation in social anxiety disorder". Emotion 10, 1, 83-91.
  • Ansia; Baker A.W., Frumkin M.R., Hoeppner S.S., LeBlanc N.J., Bui E., Hofmann S.G., Simon N.M. (2019). "Facets of Mindfulness in Adults with Generalized Anxiety Disorder and Impact of Co-occurring Depression". Mindfulness (N Y) 10, 5, 903-912.
  • Disturbo Ossessivo Compulsivo: Hawley L.L., Rogojanski J., Vorstenbosch V., Quilty L.C., Laposa J.M., Rector N.A. (2017). "The structure, correlates, and treatment related changes of mindfulness facets across the anxiety disorders and obsessive-compulsive disorder". Journal of Anxiety Disorders 49, 65-75.
  • Disturbi del Comportamento Alimentare: Martini M., Marzola E., Brustolin A., Abbate-Daga G. (2021). "Feeling imperfect and imperfectly feeling: A network analysis on perfectionism, interoceptive sensibility, and eating symptomatology in anorexia nervosa". Eur Eat Disord Rev 29, 6, 893-909.
  • Trauma: Kelly A. (2015). "Trauma-Informed Mindfulness-Based Stress Reduction: a promising new model for working with survivors of interpersonal violence". Smith College Studies in Social Work 85, 2, 194-219.
  • Psicosi: Abba N., Chadwick P., Stevenson C. (2008). "Responding mindfully to distressing psychosis: A grounded theory analysis". Psychother Res 18, 1, 77-87.
  • Pazienti affetti da SLA e caregiver: Marconi A., Gragnano G., Lunetta C., Gatto R., Fabiani V., Tagliaferri A., Rossi G., Sansone V., Pagnini F. (2016). "The experience of meditation for people with amyotrophic lateral sclerosis and their caregivers - a qualitative analysis". Psychology, health & medicine 21, 6, 762-768.

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.