Le impronte della violenza subita
Chi subisce un’aggressione viene sopraffatto da una esperienza che lascia un segno nella possibilità di continuare a vivere serenamente.
La capacità di pensare sé stessi al sicuro, in un ambiente da esplorare e conoscere, per trovare il proprio posto nel mondo, resterà un desiderio che verrà (forse) realizzato con tanta fatica.
Perché?
Moltissimi autori esperti sul tema della violenza riconoscono come essa sia una esperienza che porta il soggetto a disconnettere una parte del Sé per continuare ad "andare avanti".
Cosa vuol dire?
Se hai subito una esperienza psicologica di critica ripetuta, svalutazione di chi sei e/o cosa fai, oppure hai subito una esperienza fisica di molestia/abuso probabilmente sai che sto parlando, di cosa è accaduto dopo quell’evento in cui ti sei trovato di fronte a qualcuno che ha invaso il tuo spazio di sicurezza.
Magari eri piccolo o più adulto, resta comunque qualcosa dentro di te che Blocca la tua possibilità di sentirti Libero di proseguire nel cammino della tua vita.
Qualcuno ti dirà "hai bassa autostima" oppure "se vuoi davvero una cosa è sufficiente tanto impegno e sacrificio e poi vedrai: riuscirai".
Sappi che non è così.
Per quanto tu sia capace di impegnarti e determinato verso un obieƫtivo, fino a quando quella esperienza non sarà stata "digerita" dal tuo cervello tutta la tua energia psichica non potrà scorrere liberamente: una parte di essa resterà a monitorare che il Blocco sia lì, a Proteggerti dal dolore che tu hai provato e che riprovi ogni volta che il ricordo di quell’evento torna in mente.
Questo che succede è normale: capita che un po’ si pensi alla sofferenza che si sta provando e un po’ si tenti di evitarla, distraendosi.
Prova ad immagine di camminare sulla sabbia, lasciando impronte dei tuoi passi. Immagina di voltarti dopo un po’ e noterai che le impronte sono ancora lì.
La loro forma resta e segna un ricordo nella tua mente.
Se il passo è ricco di emozioni dolorose, sarà faticoso immagazzinarlo/digerirlo nella memoria del cervello, così ogni tanto (o spesso) tornerà a presentarsi nella mente: come se il "guardiano" che "blocca" questo ricordo ogni tanto si addormentasse e quel ricordo riuscisse a scappare da quel "controllo".
Quel guardiano è lì per proteggerti da quella sofferenza, ma ha un costo: l’energia che serve per tenerlo lì.
Le esperienze traumatiche, quelle che lasciano questo tipo di impronte, possono essere elaborate/digerite, nei percorsi di psicoterapia che utilizzano, ad esempio, il Protocollo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
Imparare a conoscere i processi che bloccano lo scorrere della nostra energia vitale e trovare come poter vivere, non sopravvivere, dopo un'esperienza violenta sono ciò che ognuno merita nel proprio Libero cammino.
Bibliografia:
- Clara Mucci: "Trauma e Perdono", Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.
- Jean-Paul Mugnier: "L’abuso sessuale in famiglia", Raffaello Cortina Editore, Milano, 2022
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