I bambini, diversamente dagli adulti, hanno modalità di espressione del linguaggio diverse dal canale verbale: è molto facile che i bambini esprimano il loro disagio attraverso il proprio comportamento e il proprio corpo, canali di espressione per loro più accessibili.
Dal punto di vista comportamentale, ci sono vari modi con cui i bambini possono fare capire un loro malessere emotivo: strillare, piangere, lanciare oggetti, inveire,farsi male, rifiutarsi di comunicare
sono alcuni esempi (Siegel, 2010).
Invece, dal punto di vista del corpo, sono frequenti i casi di bambini che arrivano a manifestare sintomi somatici di malessere come conseguenza ad un forte disagio emotivo sperimentato: basti pensare al bambino che, in ansia per la verifica che deve svolgere a scuola, inizia ad avvertire un forte mal di pancia davanti ai cancelli di scuola.
La scuola in particolare è il luogo in cui è molto facile e noto riscontrare queste difficoltà. Sono infatti molti i casi in cui in ambito scolastico si presentano problematiche emotive e comportamentali quali ansia, ostilità e aggressività, difficoltà a rispettare le regole, bullismo e molto altro.
Appare chiaro che l'emergenza sempre più significativa di difficoltà emotive e comportamentali in bambini piccoli porti a chiedersi quali possano essere le cause e con-cause dell'insorgenza e manifestazione di queste problematiche.
In generale lo sviluppo emotivo del bambino dipende sia da fattori biologici, quali il temperamento, lo sviluppo genetico e cerebrale, sia da fattori esperienziali, legati soprattutto alla relazione coi genitori (o in generale chi si occupa del bambino, ossia il caregiver).
Le ricerche sull'attaccamento, avviate da Bowlby (1907-1990) e poi portate avanti sino ai giorni d'oggi, sembrano confermare che la qualità e tipologia di comunicazione e relazione genitore-figlio nei primi anni di vita influenza lo sviluppo relazionale ed emotivo dei bambini una volta adulti. Fattore rilevante è la sintonizzazione affettiva, ossia quel processo attraverso cui i genitori riescono ad allineare il proprio stato emotivo a quello del bambino attraverso il canale verbale e non verbale (tono di voce, mimica facciale ecc).
La combinazione di predisposizione biologica temperamentale e difficoltà di sintonizzazione genitore-figlio possono predisporre con più facilità all'insorgenza di un disagio emotivo comportamentale e/o corporeo in presenza di esperienze di vita stressanti.
Di fronte al disagio emotivo del bambino, possono quindi essere utili due tipi di intervento. Da un lato un intervento psicologico di sostegno ai genitori, in modo da aiutarli a predisporre un contesto relazionale e familiare che consolidi il lavoro svolto col figlio; dall'altro, un intervento psicologico col bambino, al fine di aiutarlo ad attivare strategie e risorse più adattive di riposta a determinate situazioni stressanti.