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Giovedì, 21 Aprile 2022 08:35

Lo stress e la sindrome del colon irritabile (IBS)

Lo stress è un elemento naturale ed inevitabile nella vita che richiede un adattamento da parte dell’individuo. Anche i nostri stessi tentativi di rispondere ad una pressione o a un cambiamento possono essere fonte di stress in quanto non adeguati.

Secondo Seyle la malattia risulta essere un fallito tentativo di adattamento a condizioni stressanti e sono definiti “stressors” tutti gli stimoli interni o esterni (fisici, biologici o psicosociali) che ci causano stress.

Il cervello svolge un ruolo cruciale nel regolare il funzionamento dei processi che contribuiscono al nostro essere vivi.

Quando lo stress giunge al punto in cui la mente individua o immagina una minaccia per il proprio benessere fisico, per il senso di identità o per la propria posizione sociale, essa reagisce in un modo particolare e mette automaticamente in moto il sistema di allarme (l’amigdala) che ci spinge verso la reazione di attacco o fuga. 

Certamente la reazione di attacco o fuga accresce la possibilità di sopravvivenza di un animale in una situazione pericolo. Questo non è un riflesso automatico ma una capacità intelligente ed evoluta per gestire situazioni complesse in cui è in gioco la sopravvivenza stessa. Le cose si mettono male quando non siamo in grado di servircene costruttivamente e agisce in noi in modo incontrollato in situazioni che in realtà non costituiscono un pericolo per la nostra vita.

Noi non incontriamo un leone mentre andiamo al lavoro, eppure la nostra mente percepisce gli eventi in termini di minaccia mortale per il nostro sistema e l'emozione esperita sarà tanto più intensa quanto più sarà grande la minaccia percepita. La reazione somatica al presunto pericolo è una reazione di allarme sostenuta da un aumento del tono adrenergico che mette l'organismo nelle condizioni migliori per combattere o fuggire. In tal modo i  nostri canali di allarme restano cronicamente attivati. Questo ci espone a problematiche sia fisiche che psicologiche: aumentano le malattie infiammatorie, si accelera l’invecchiamento cellulare, rischio di diabete e alterazioni dell’appetito. Ognuno di noi sembra avere una parte del corpo preferenziale in cui si accumulano le tensioni: la mandibola, le spalle, il ritmo cardiaco accelerato, le mani sempre sudate, l’intestino. Questa reazione di stress incontrollata, quando diventa cronica può avere gravi conseguenze per la nostra salute fisica e psicologica. 

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è il disturbo gastrointestinale funzionale più diffuso che colpisce la qualità della vita di oltre il 15% della popolazione.

L'IBS è una condizione cronica e i sintomi includono: crampi, dolore addominale, gonfiore, gas e diarrea o costipazione, o entrambi. 

Nel 50% dei casi non esiste una causa organica chiaramente dimostrabile. I medici visitano il paziente dalla testa ai piedi e non trovano niente di anormale.

Circa l’80% dei pazienti con IBS soffrono di disturbi psicologici, come depressione, panico, agorafobia e semplici fobie; l’altro 20%, che non soddisfa i criteri per un disturbo psicologico, lamenta paure e preoccupazioni che sono collegate direttamente ai loro sintomi e che possono contribuire notevolmente all’abbassamento del loro benessere, compromettendo la vita sociale, lavorativa ed affettiva.

Quando una persona sperimenta un sintomo come il dolore, può avere pensieri negativi sul dolore che causano paura e/o frustrazione, queste emozioni negative mettono il corpo in una risposta di "lotta o fuga", con un aumento degli ormoni dello stress, della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. I cambiamenti nell'intestino fanno parte di questa reazione al pericolo che il corpo pensa di affrontare e possono includere diarrea, costipazione, dolore o disagio.

Il collegamento tra le malattie dell'apparato digerente e le malattie psicologiche indica la particolare relazione esistente tra il cervello e l'intestino. Il percorso tra il cervello e l'intestino è chiamato asse cervello-intestino, e si basa su messaggeri chimici per comunicare informazioni avanti e indietro sulla nostra digestione, appetito, pensieri ed emozioni. Tra i messaggeri chimici abbiamo la Serotonina nota per il suo impatto su umore, sonno, appetito e desiderio sessuale. Quindi il nostro stato emotivo è strettamente legato al funzionamento del nostro tratto gastrointestinale o meglio il funzionamento del nostro tratto gastrointestinale influenza le nostre emozioni e le nostre emozioni influenzano il funzionamento del nostro tratto gastrointestinale.

Tra le tecniche di psicoterapia nei pazienti con IBS, la CBT (Terapia cognitivo-comportamentale) è molto efficace nel diminuire l'ansia, l'agitazione e la depressione, nell'utilizzare le abilità di coping ed alleviare il dolore e altri sintomi.

La CBT si basa sulla convinzione che i nostri pensieri (cognizioni), emozioni e comportamenti sono tutti collegati: i pensieri disfunzionali “non utili” influiscono negativamente su come ci sentiamo e queste emozioni negative possono influire su come ci comportiamo.  Prendendo consapevolezza e modificando i nostri pensieri e comportamenti per renderli più funzionali, possiamo migliorare il nostro stato emotivo.

Pertanto se impariamo a riconoscere la tendenza a entrare direttamente in una reazione di stress e impariamo a modularla con una risposta più consapevole, ossia se impariamo a riconoscere che la nostra valutazione istantanea di una minaccia è spesso erronea e genera inutile sofferenza e paura, possiamo migliorare il nostro benessere. 

 

Dottoressa Enza Cannavale

  • Irritable bowel syndrome treatment: cognitive behavioral therapy versus medical treatment Majid Mahvi-ShiraziAli Fathi-AshtianiSayed-Kazem Rasoolzade- Tabatabaei, and Mohsen Amini, 2012
  • Irritable bowel syndrome_ Mayo Clinic, 2021
  • B. Toner, Z. Segal, S. Emmott, D. Myran “Cognitive-Behavioral Treatment of Irritable Bowel Syndrome” Guildfor Press 2000
  • Cognitive Behavioral Therapy for IBS and Other FGIDs  by Alyse Bendell, MS; Northwestern University Feinberg School of Medicine, and Laurie Keefer, PhD, Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York, NY, Adapted by Abigale Miller, 2021

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