Lascia andare i brutti ricordi
Riuscire a narrare la propria storia di vita, ricca di episodi soddisfacenti e non, senza che la gola all’improvviso si blocchi, al fine di stringere le parole che vorremmo celare all’Altro, è l’esperienza che proviamo quando la Memoria ha messo in ordine i ricordi. Come una madre, attenta e premurosa, la Psiche è in grado di celare (anche per molto tempo) alla Coscienza ciò che stato vissuto, ma con troppa sofferenza, nascondendo nel corpo ciò che necessiterebbe di essere svelato. Ecco che i sintomi iniziano a organizzare una prima storia del silenzio ‘necessario’ per sopravvivere.
Rendere esplicito, comprensibile ed organizzato il vissuto di sofferenza è arduo compito delle psicoterapie che da anni, partendo da strade differenti (molteplici sono gli orientamenti), cercano di sostenere la memoria nel compito di riordino dei ricordi, così da rendere fluida la narrazione.
Oltre ai personaggi, un aspetto importante sono i tempi delle storie. Passato, presente e futuro possono cronologicamente mostrare coerenza oppure lasciare il posto al contenuto del ricordo, che, appesantito di parole/dettagli somatici e sensoriali, non consente di scorrere il tempo della propria vita. Quante volte ti è capitato di esser ripreso “L’hai già raccontato” e di provare dispiacere per quel commento, accorgendoti che non l’hai ancora lasciato andare quell’episodio, che tuttora ti disturba: non è digerito e la mente continua imperterrita a cercare una soluzione. Si, perché la nostra mente non molla mai, una soluzione la cerca sempre, magari facendoti ripercorrere strade simili (coazione a ripetere), rimettendoti in situazioni che non vorresti più esperire, ma, fino a quando una spiegazione utile/funzionale/rasserenante per te non la trova, la mente ti tiene sul pezzo!
Che fatica...Responsabilità, sicurezza e controllo sono tre categorie (cognitive) su cui ti interroghi, mentre regoli il volume delle emozioni (paura, rabbia, tristezza, disgusto, gioia, colpa, vergogna ...) e cerchi di monitorare i sintomi del corpo (che accusa il colpo). Le relazioni che ci circondano interferiscono e ci contaminano nella riuscita o meno del nostro viaggio verso la soluzione.
Lasciare andare i brutti ricordi si può, reinserendoli nel passato e usando ciò che abbiamo appreso, da questa esperienza, per proseguire il cammino. Il Protocollo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una proposta per ripercorrere le strade tracciate dalla Psiche e rileggere la Vita da una prospettiva capace di darci merito della fatica.
L’EMDR si focalizza sul ricordo, brutto/traumatico, andando a “bussare” nel punto del nostro cervello in cui esso è trattenuto dalle reti neurali. La procedura terapeutica consente di sbloccare le informazioni che creano disagio/sofferenza, nel recupero di tale ricordo, e riavviare il sistema innato di auto-guarigione della persona.
Come ogni altro organo del corpo, il cervello è naturalmente orientato alla salute mentale.
Il ricordo, brutto/traumatico, dopo una Psicoterapia con EMDR non è più disturbante, perché si ricolloca/si riorganizza nelle reti neurali in modo più adattivo/più funzionale alla fluidità della narrazione della nostra vita. Le numerose ricerche di neuroimaging (Levine P. et al., 2000) lo dimostrano. E’ impossibile dimenticare/resettare i brutti ricordi, però è possibile riorganizzarli/riordinarli/dare loro una migliore collocazione, che favorisca sollievo e consapevolezza dell’esperienza che quell’evento ricordato porta con sé.
Dott.ssa Fantinati Mara
Fernandez I., Maslovaric G., Galvagni M.V., (2011), Traumi psicologici, ferite dell’anima. Il contributo della terapia con EMDR.
Levin P., Lazrove S., Van der Kolk B., (2000), What psychological testing and neuroimaging tell us about treatment of post-traumatic
stress disorder by EMDR, Journal of Anxiety Disorders, 13 (1-2), 159-172. Van der Kolk B., (2015), Il corpo accusa il colpo, Cortina Raffaello.
L’ EMDR nell’elaborazione del lutto
La perdita di una persona cara può essere considerata un’ esperienza traumatica. Sebbene l’essere umano sia predisposto a superare il dolore di una perdita, in alcune circostanze il processo di adattamento può bloccarsi e non consentire l’integrazione dell’evento luttuoso nella memoria.
L’elaborazione del lutto avviene principalmente attraverso 3 fasi: la prima è quella dell’evitamento, in cui il dolore è talmente forte che la persona è incapace di comprendere ciò che è successo e tende a negare l’evento; la seconda è la fase del confronto emotivo, in cui ci si confronta con la perdita e gradualmente se ne apprende l’impatto; l’ultima fase è quella dell’accomodamento, che prevede un adattamento alla nuova realtà senza dimenticare l’evento vissuto .
Si parla di lutto complesso se emerge una compromissione o un mancato completamento di una delle fasi dell’ elaborazione del lutto. Solitamente quando manca una completa elaborazione dell’evento emergono due comportamenti caratteristici, che sono l’ evitamento di situazioni o aspetti legati alla perdita o l’aggrapparsi alla persona perduta senza lasciarla andare.
Le componenti alle quali l’ EMDR presta maggiore attenzione e che divengono oggetto di elaborazione durante il processo di desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari sono appunto le emozioni, le sensazioni fisiche e le cognizioni associate all’evento luttuoso.
Le emozioni frequentemente esperite quando si vive un lutto sono la tristezza, la rabbia per aver perso la persona cara, la colpa se si teme di essere in parte responsabili della morte dell’altro o di non aver fatto abbastanza per salvarlo, l’ansia legata al timore di poter morire e l’impotenza.
Le sensazioni fisiche maggiormente associate al ricordo di un lutto possono essere: il vuoto allo stomaco, la stretta nel petto, la stretta alla gola, l’affanno, i muscoli indeboliti, la mancanza di energia o la bocca secca.
Le cognizioni frequentemente riscontrate in chi ha vissuto una perdita si riferiscono all’incredulità, alla confusione, alla sensazione di sentire la presenza della persona deceduta oppure possono comparire esperienze allucinatorie o illusorie.
Vi sono alcuni fattori che possono complicare l’ elaborazione di un lutto, che riguardano la modalità di decesso (morte improvvisa o inaspettata, morte violenta, decessi multipli, decessi ambigui..), il legame con la persona cara, la concorrenza con altri eventi stressanti, le caratteristiche legate alla personalità e alle strategie di coping.
L’ EMDR è una tecnica che può facilitare il passaggio per le diverse fasi di elaborazione del lutto, pur rispettando i tempi del paziente e senza eliminare i ricordi e le emozioni sane e adeguate legate alla perdita. Inoltre, può favorire il superamento di momenti di blocco e l’affiorare di ricordi positivi legati al rapporto con la persona cara.
Nella fase di anamnesi è opportuno raccogliere informazioni sulle circostanze del decesso, la natura della perdita, le reazioni al decesso sia da parte del paziente che di altri familiari, cosa è cambiato dopo la perdita della persona cara, il tipo di legame con la persona perduta. In questa fase è anche utile esplorare se ci sono state in passato altre esperienze dolorose, quale impatto hanno avuto sulla vita del paziente e come li vive nel presente. Nella concettualizzazione del caso è anche opportuno individuare i ricordi dolorosi del passato legati all’evento luttuoso, i triggers del presente che riattivano un certo grado di sofferenza ed eventuali situazioni future che potrebbero essere legate al lutto e che potrebbero riattivare emozioni dolorose.
Nella fase di preparazione è opportuno offrire al paziente un ambiente calmo e sicuro, stabilizzare il paziente, creare una buona relazione terapeutica, installare risorse e spiegargli come si procederà, preparandolo sulla possibile insorgenza in seduta di emozioni molto dolorose, che tuttavia è importante esperire e attraversare prima di raggiungere un maggiore equilibrio emotivo e psichico.
A questo punto si procederà con le fasi precedentemente descritte.
I target che vengono spesso utilizzati nel corso dell’ EMDR, riguardano il momento in cui è stata appresa la notizia, il funerale, immagini intrusive, immagini di incubi, aspetti legati alla responsabilità personale o alla propria mortalità.
L’ EMDR consente, quindi, di ristimolare il sistema bloccato e accelerare l’elaborazione della perdita, consentendo l’affioramento di emozioni sane. Non bisogna, tuttavia, dimenticare che ogni paziente ha i suoi tempi e che è importante accompagnarlo in questo percorso di elaborazione rispettando i suoi tempi e il suo dolore.