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Martedì, 07 Giugno 2022 07:15

Cos'è il perfezionismo?

Cos’è il perfezionismo?

Il perfezionismo è un costrutto multidimensionale e si riferisce al desiderio di raggiungere i più alti standard  di performance unito alla tendenza a essere eccessivamente autocritici Frost RO et al., 1990; Hewitt PL, Flett GL, 1991).

Quando parliamo di perfezionismo dobbiamo distinguere tra il desiderio sano e adattivo di migliorarsi e mantenere standard elevati di rendimento, da un perfezionismo disfunzionale che ci porta invece a esperire frequentemente vissuti di ansia, tristezza, senso di colpa e rabbia e che può associarsi a diversi disturbi psicologici. In questo caso è presente un’esagerata preoccupazione di commettere errori, il perseguimento di standard personali irragionevoli e troppo elevati con conseguenti vissuti di inadeguatezza, un rigido autocriticismo e un’intensa percezione degli altri come critici ed esigenti.

Come si può capire se si ha un problema di perfezionismo patologico? Prova a rispondere a queste domande:

  • Ti capita di essere così preoccupato di riuscire bene in ciò che fai da compromettere il rendimento effettivo del tuo lavoro?
  • Ti capita di non rispettare le scadenze perché cerchi di eseguire anche la minima incombenza alla perfezione?
  • Il tuo perfezionismo incide negativamente nel rapporto con colleghi o nei rapporti interpersonali in generale?
  • Ti capita che qualcuno dei tuoi amici o familiari si lamenti del fatto che devi fare tutto alla perfezione?
  • Ti capita di far aspettare altre persone a causa del tuo perfezionismo?
  • Ci sono persone vicino a te che credono sia impossibile essere all’altezza delle tue aspettative?
  • Il tuo perfezionismo ti impedisce di apprezzare il tempo libero?
  • Quando ti dedichi a un hobby o pratichi uno sport ti sembra di “lavorare”?
  • Senti l’esigenza di fare tutto alla perfezione anche quando cerchi di rilassarti o divertirti?

Se la risposta alla maggioranza delle domande è si, potrebbe essere utile parlarne con un professionista.

I pensieri del perfezionismo patologico

Avere un perfezionismo rigido porta a pensare in modo dicotomico in una modalità “tutto o niente” interpretando qualsiasi cosa come assolutamente giusta o assolutamente sbagliata senza riuscire a vedere le diverse sfumature possibili a seconda delle situazioni. L’ attenzione si concentra solo sugli aspetti negativi di una situazione portando a sopravvalutarne l’importanza con la convinzione di essere oggetto di giudizio critico da parte di altri. Il perfezionismo porta a fare pensieri catastrofici associati all’idea di non essere in grado di affrontare le conseguenze negative di un avvenimento. Si tende a pensare che rinunciare a standard troppo elevati sia inaccettabile e che sia possibile tenere tutto sotto controllo sentendosi eccessivamente responsabili nel dover predire e controllare qualsiasi imprevisto. Questo porta a rimuginare continuamente e a farsi guidare da affermazioni prescrittive verso se stessi e verso gli altri “dovrei/dovrebbe” portando a sentirsi facilmente ansiosi o arrabbiati.

Le conseguenze comportamentali del perfezionismo

È possibile suddividere i comportamenti perfezionistici in due tipologie principali:

  • Comportamenti volti a soddisfare standard eccessivamente elevati: controllare ripetutamente la correttezza delle proprie azioni, ripetere più volte le stesse azioni per sentirsi più sicuri, passare molto tempo ad occuparsi di dettagli divenendo molto lenti nello svolgere lavori, non riuscire a prendere decisioni per paura di commettere un errore, cercare continue rassicurazioni, correggere spesso gli altri, non riuscire a delegare per poca fiducia nelle capacità altrui sovraccaricandosi di impegni.
  • Comportamenti volti a evitare tutte le situazioni che possono attivare tali standard: rimandare/evitare impegni e l’inizio di attività o abbandonare prematuramente un obbiettivo perché non ci si sente abbastanza pronti o in grado di raggiungere la perfezione.

Tutti questi comportamenti se eccessivi ci possono portare ad avere risultati opposti da quelli sperati perdendo completamente il controllo sulla propria esistenza.

Per riuscire a gestire meglio questo problema può essere utile iniziare un percorso di psicoterapia volto a comprendere e lavorare sui pensieri rigidi cercando così di flessibilizzare il modo di pensare con l’obbiettivo di rendere il desiderio di migliorarsi e mantenere standard elevati una risorsa adattiva e non un problema che ostacola la vita sociale, interpersonale e lavorativa.

 

Dott.ssa Luana Lazzerini