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Venerdì, 06 Marzo 2020 10:32

Mindfulness e rilassamento: approcci simili o distinti?

Mindfulness e rilassamento: approcci simili o distinti?

La Mindfulness sta ricevendo crescente attenzione dalla comunità scientifica e dal pubblico generale.

Col crescere della diffusione della Mindfulness, diventa cruciale chiarire alcuni dubbi che molte persone tendono ad avere:

  • La Mindfulness è una pratica di rilassamento?
  • Se non lo è: in cosa si distingue dal rilassamento?
  • Quali sono le caratteristiche distintive dei due approcci?

A tali domande hanno di recente dato risposta, con un articolo scientifico, Christina Luberto e colleghi dell’università del Massachusetts. Gli autori spiegano che Mindfulness e rilassamento hanno significative differenze:

Diversi modelli di riferimento:

  • Le pratiche di rilassamento si basano su un modello in base al quale la sofferenza è causata da stati di stress cronico ed eccessivo e l’atto intenzionale di coltivare il rilassamento sarebbe l’antidoto ai danni causati da ciò;
  • Le pratiche di mindfulness si basano su un modello in base al quale la sofferenza è causata dai nostri abituali atteggiamenti reattivi e inconsapevoli e l'atto di diventare più consapevoli del loro attivarsi permette di essere in grado di modulare queste reazioni;

Enfasi su diversi aspetti 

  • Le pratiche di rilassamento pongono l'enfasi sull'attivazione del sistema parasimpatico rispetto a quella del sistema simpatico, e, di conseguenza, sul cambiare il proprio stato interno, qualora questo sia di eccessivo “stress”;
  • Le pratiche di Mindfulness ci insegnano che, alla lunga, e forse paradossalmente per alcuni, il modo migliore per far fronte allo stress e alla sofferenza che ne deriva è quello di imparare accogliere le esperienze con cui entriamo in contatto, incluse quelle spiacevoli, con un atteggiamento non reattivo e non giudicante.

Meccanismi diversi

  • Le pratiche di rilassamento agiscono promuovendo una maggiore facilitazione di accesso a questo stato;

  • Le pratiche di Mindfulness agiscono promuovendo una maggiore dis-identificazione dai propri pensieri automatici precedentemente scambiati per “la realtà” delle cose, una riduzione delle preoccupazioni e del rimuginìo e soprattutto una maggiore abilità di identificare i propri automatismi e i propri pregiudizi e di rispondere consapevolmente anziché reagire reattivamente alle sfide della vita.

Conclusioni:

Sebbene i due approcci possano portare, almeno in parte, a benefici sovrapponibili, è altresì vero che le vie attraverso cui facilitano la coltivazione di una maggiore stabilità interiore sembra essere largamente differente.

Sarebbe quindi utile che le persone interessate si accostassero all’uno piuttosto che all’altro approccio dopo un’attenta valutazione dei propri scopi, caratteristiche e preferenze individuali in modo che l’impegno richiesto per entrambi i percorsi possa essere compensato quanto più possibile da un senso di soddisfazione legato alla sensazione di impegnarsi un approccio in linea con i propri bisogni e la propria persona.

Bibliografia:

 

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