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Lunedì, 19 Dicembre 2022 12:58

La paura in età evolutiva

Paura nei bambini Paura nei bambini
La paura è una delle emozioni primarie che ognuno di noi sperimenta, e come tutte le altre emozioni è estremamente utile in quanto funge da campanello d’allarme in caso di pericolo reale o potenziale, e ci aiuta dunque ad agire di conseguenza per metterci in salvo (ne abbiamo parlato anche qui La paura e l'ansia ai tempi del corona virus).
 
Ma come funziona nell’età evolutiva? Le paure manifestate dai più piccoli hanno anch’esse una funzione, anche se apparentemente ai nostri occhi sembrano talvolta non avere un senso?
 
Nell’infanzia possiamo assistere a vari tipi di paure che si susseguono a seconda della tappa di sviluppo in cui si trova il bambino. Queste sono paure innate e sono tipiche delle varie fasi evolutive.
Intorno agli 8 mesi (con una variabile di qualche mese, ricordando che ogni bimbo ha caratteristiche uniche e irripetibili) e con un picco intorno ai 15 mesi compare la paura dell’estraneo, insieme all’ansia da separazione dalle figure di accudimento (che va dai 12 mesi fino ai 3 anni di vita), conseguenti del fatto che il bimbo inizia ad avere una maggiore consapevolezza di sè e dell’altro, che inizia ad essere visto come una persona diversa e separata da sè. A livello evolutivo questa paura permette al bimbo, attraverso la segnalazione di un disagio, di assicurarsi la vicinanza e la protezione della figura di accudimento primaria di fronte a una possibile fonte di pericolo (un estraneo o il rimanere solo).
Tra i 3 e i 5 anni le paure sono indirizzate al mondo immaginario dei mostri, e tendenzialmente si fanno più spiccate la sera prima di andare a dormire. I bambini in questa fase di vita non distinguono ciò che appartiene al mondo reale da ciò che fa parte del mondo immaginario, ecco quindi che streghe e lupi mannari diventano un reale potenziale pericolo per loro; inoltre il momento serale dell’addormentamento rappresenta un piccolo abbandono, un lasciarsi andare per separarsi dalle proprie figure di attaccamento. Ecco quindi che che le routine dell’addormentamento potrebbero essere più faticose e il bambino potrebbe ritardare il momento del sonno.
Più i bambini crescono, più le loro capacità cognitive ed emotive si affinano e le paure sono rivolte a situazioni più tangibili e concrete, come la morte, le malattie, la guerra, il terremoto, i ladri.
A partire dalla pre adolescenza i timori coinvolgeranno tutto ciò che riguarda la sfera sociale e il tema dell’inclusione nel gruppo dei pari, fino a temi riguardanti il proprio corpo e la sessualità legati al periodo adolescenziale. Le strategie conseguenti alla paura in questo caso vengono spostate dalle figure di riferimento primarie ai pari, e sono volte quindi a massimizzare la vicinanza con questi. Questo rappresenta un segnale di sviluppo positivo in quanto denota una demarcazione dal nucleo familiare.
 
 
In linea generale, come affrontare le paure che si susseguono nelle varie fasi di sviluppo? É importante non svalutare l’emozione, ma accoglierla e riconoscerla, per dare un contenimento allo stato emotivo ma anche strumenti per narrarla ed elaborarla. Non è attraverso la soppressione della paura che si impara ad affrontarla (potrebbero quindi essere contro producenti affermazioni che invitano a essere coraggiosi, a non avere paura, in quanto veicolano il messaggio che non è possibile avere delle fragilità o non è possibile esprimere i propri stati emotivi), quanto piuttosto attraverso il suo riconoscimento, la sua condivisione, la sua accoglienza empatica.