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Lunedì, 06 Gennaio 2025 10:38

La sovraesposizione digitale in età evolutiva

In questo articolo partiamo da una filastrocca di Gianni Rodari per affrontare il tema del “bambino di gesso”. Scopriremo come l’iperconnessione digitale possa influenzare la crescita emotiva e cognitiva dei più piccoli, offrendo spunti di riflessione e possibili soluzioni educative (a cura della Dott.ssa Valentina Pajola).

 

1. Il "Bambino di Gesso" di Gianni Rodari

Sta fermo! Sta zitto! Non metter i gomiti sulla tavola! Non essere distratto! Guarda dove metti i piedi! Sta attento a non rovesciare l’acqua! E non lasciar cadere la penna! E non perdere i pastelli! Non giocare in cortile! Non correre sulle scale! Non fischiare! Non sbattere le porte! Non strusciare le scarpe! Non prendere a calci i sassi! Sta buono, perché la mamma ha il mal di testa, perché la maestra ha il mal di testa, perché la zia ha il mal di testa, perché la portiera ha il mal di testa.

"Non correva, non saltava
Pantaloni non strappava
Non diceva parolacce
Non faceva le boccacce

Non sporcava i pavimenti
Si lavava sempre i denti

Non strillava, non rideva
I bottoni non perdeva
Senza macchie sui guantini

Senza buchi nei calzini

Era proprio un bambino di gesso
Respirava se aveva il permesso
Stava dove l’avevano messo
Come un bravo bambino di gesso
Che non risponde e non dice mai di “no”

Ora grande è diventato
Ma non è molto cambiato:
Compitissimo, prudente
Ossequioso, diligente

Dice “grazie” al superiore
Dice sempre “Sì, signore”

Se gli danno sulla testa
Dice grazie e non protesta
Passa il giorno a fare inchini
Non ha buchi nei calzini

Ora è proprio un brav’uomo di gesso
Che respira se ottiene il permesso
E rimane dov’è stato messo
Come un bravo brav’uomo di gesso
Che non discute e non dice mai di “no”."

(Rodari 2011)

 

2. Il Web e i Bambini

Cosa c’entra la filastrocca di Gianni Rodari con il tema dell’articolo?

Il digitale, e tutto ciò che vi ruota attorno, può avere spesso la funzione di rendere il bambino “di gesso”.

Molto conosciuti sono gli effetti di fenomeni sempre più dilaganti nel web, quali il cyberbullismo (ne ha parlato la collega Arianna Tarabelloni qui)

A partire dalla cosiddetta “Generazione Z” (ovvero coloro che sono tra la fine degli anni novanta del XX secolo e i primi dieci anni del XXI secolo) si sta verificando un’iperconnessione e un sempre maggior utilizzo di dispositivi digitali.

  • Una ricerca di ISTAT condotta nel 2022 ha mostrato che il 77,5% degli intervistati di età pari o superiore a 6 anni aveva usato Internet nei tre mesi precedenti e il 65,1% del campione si connetteva giornalmente (ISTAT 2022). Lo strumento principale utilizzato per connettersi è lo smartphone, con il 65,9% delle persone comprese tra i 6 e i 17 anni ne fa un uso quotidiano;

  • L’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che il 22,1% dei bambini in età 2-5 mesi passano del tempo davanti allo schermo (ISS 2022). Tra i vari effetti dannosi denunciati dall’ISS derivati da una sovraesposizione agli schermi ci sono (ISS 2022) problematiche allo sviluppo linguistico ed emotivo e maggiori probabilità di sedentarietà e obesità infantile.  

 

3. Il Digitale e lo Sviluppo Emotivo

Ma in che modo una sovraesposizione può portare a problematiche nello sviluppo emotivo?

  • Gli schermi, per la loro caratteristica attrattiva data da stimoli diversi, veloci e accattivanti, hanno il potere di catturare l’attenzione dei bambini e di contenere eventuali disregolazioni emotive che l’adulto a volte fatica a regolare. Lo schermo in questi casi sembra offrire una soluzione immediata;

  • Questa soluzione non prevede però una reale regolazione emotiva del bambino, ma solamente una distrazione. Il processo di regolazione emotiva dei bambini, infatti, richiede la presenza attiva degli adulti (Fox e Calkins 2003), i quali fungono da esempio comportamentale, aiutano a riconoscere le emozioni senza esserne spaventati e offrono degli strumenti importantissimi come un abbraccio, una salda presenza o una riflessione dopo una crisi.

  • Un’altra conseguenza relativa alla sovraesposizione risulta essere la difficoltà di stare nell’emozione della noia, che stimola la fantasia dei bambini e dunque aiuta lo sviluppo di importanti funzioni cognitive quali la pianificazione, il prendere decisioni, la concentrazione: tutte funzioni estremamente immature nel bambino in quanto la corteccia prefrontale, che assolve questi compiti, non è ancora del tutto sviluppata, e che nel momento del gioco il bambino può allenare (Ranki 2016).

Offrire uno schermo per regolare, o meglio sedare, un momento di rabbia o di intensa tristezza fa perdere dunque una buona opportunità di crescita e sviluppo emotivo per il bambino, in favore di un “bambino di gesso” ipnotizzato da uno schermo, con il conseguente rischio, specie per bambini molto piccoli, dell'instaurarsi di una dipendenza.

 

4. Consigli e Raccomandazioni

Non possiamo ignorare di vivere in un’epoca fortemente digitalizzata, e sarebbe difficile eliminare ogni supplemento digitale per “proteggere” i bambini.

Una giusta via di mezzo è sempre la soluzione migliore.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO 2019) consiglia, soprattutto per i più piccoli, di limitare l’esposizione allo schermo, in particolare

  • Età 0-1 anni: il tempo di esposizione consigliato è zero;
  • Età 2 anni: il tempo di esposizione consigliato è inferiore a un'ora al giorno;
  • Età da 3 a 4 anni: non più di un’ora al giorno.

Facciamo diventare il tempo davanti alla TV un momento di condivisione, di discussione, in modo che non sia un’esperienza passiva ma possa diventare uno stimolo e uno scambio comunicativo. Come figure educative di riferimento (genitori, nonni, babysitter) proviamo a dare il buon esempio, ritagliandoci del tempo di qualità, lasciando lo smartphone spento o in un’altra stanza. Offriamo stimoli alternativi adeguati all’età, in modo che lo schermo possa diventare uno dei tanti strumenti ricreativi e non lo strumento d’elezione.

 

Bibliografia:

 

  

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